Tanto scorrevole nel periodo estivo e immobile nel periodo più freddo dell’inverno. Queste strutture hanno forme variabili di anno in anno ma anche di settimana in settimana, perché l’acqua al loro interno continua a scorrere e alimenta il mantello esterno modificandolo continuamente, dandogli delle forme sorprendenti che sbalordiscono ogni volta. In questi molti anni di attività, posso dire che è l’arrampicata più libera che esista. Ogni volta che si sale è come se fosse la prima volta poiché bisogna individuare il percorso ideale e soprattutto il posizionamento dei chiodi di protezione. Essi vengono messi a seconda della difficoltà della cascata che varia da grado 1 a grado 6 e dall’allenamento di ognuno di noi. Ogni struttura è un’opera d’arte che la natura modella a suo piacimento; noi ghiacciatori siamo in grado di decifrare: anfratti, candele, colori e rumori. Con i nostri attrezzi scaliamo con delicatezza, cercando di modificare e rompere il meno possibile questo equilibrio di cristallo.
Spesso mi vengono poste domande, osservazioni del tipo “ma se si scioglie mentre salite?”: capisco questi dubbi che per noi ghiacciatori sembrano banali. La cascata non si può sciogliere in una o due ore, perché la massa di ghiaccio è talmente spessa che ci permette di valutarne la solidità prima di scalarla, inoltre vanno considerate anche le condizioni atmosferiche dei giorni antecedenti, per esempio il vento caldo. Il principale pericolo non è solo la stabilità del ghiaccio ma quello che vi è sopra la cascata, ad esempio la neve che si può trasformare in una valanga. Il paesaggio muta drasticamente in inverno, quindi ci vuole molta esperienza nell’osservare tutte le variabili.
Per salire le cascate ci vuole una buona tecnica e non una grande forza come si è portati a pensare. Tale tecnica si può avere solamente con un insegnamento adeguato che diamo noi guide alpine, basandoci su un testo che è stato redatto dalla commissione tecnica nazionale delle guide alpine. Esso parte dalla tecnica di base come l’utilizzo della piccozza e dei ramponi, arrivando ad una progressione più evoluta. Si insegnano tutte le posture che bisogna assumere ed il giusto posizionamento degli attrezzi.
L’arrampicata su ghiaccio non è un esercizio meccanico e ripetitivo, ma ogni volta necessita di un’interpretazione diversa. E’ molto importante che un ghiacciatore valuti bene il proprio grado di allenamento prima di avventurarsi.
Provate questo sport che vi mette in stretto contatto con la natura e ci pone di fronte alla sua poderosa forza facendoci sembrare piccoli e indifesi ma nello stesso tempo ci regala una felicità immensa.
L’acqua, il ghiaccio, la roccia, la natura, fanno riconoscere sensazioni che tutti abbiamo un po’ assopite.
Risvegliatele.
Testo a cura della Guida Alpina Marco Geronimi (Chino)
Racconto a cura di Giacomo Gandini
illustrazione di Stefania Castelnuovo
Con il racconto di Giacomo Gandini inauguriamo un nuovo spazio del nostro magazine, dedicato a storie che intrecciano ...
Testo a cura di GIANLUCA DE FLORIO
foto di MICHELE IOSI
Come si tramanda una tradizione? Forse attraverso l´esperienza diretta durante l´infanzia o partecipando alle sagre di paese. ...
“Spluga Climbing” è la nuova parete d’arrampicata coperta realizzata nella palestra comunale di Campodolcino. Una verticale di 18 metri - tra le più alte tra quelle ...
Informazioni ex art. 1, comma 125, della legge 4 agosto 2017 n. 124
Relativamente agli aiuti di Stato e aiuti de Minimis, si rimanda a quanto contenuto nel
“Registro nazionale degli aiuti di Stato” di cui all’articolo 52 L. 234/2012 (www.rna.gov.it).