“San Bernardo festa di Bodengo” è divenuta festa di Valle e di tutti i suoi borghi e appuntamento imperdibile per incontrarsi e aprire le proprie case all’ospitalità.
Nel corso del penultimo fine settimana d’agosto, nella suggestiva cornice dei crotti di Bodengo di là dal ponte che attraversa il Boggia, ha luogo la festa di San Bernardo, ricorrenza del santo a cui è dedicata la chiesa edificata a partire dalla prima metà XV secolo.
In passato, in occasione della solennità di San Bernardo, le celebrazioni pubbliche si limitavano alla funzione religiosa, poi le famiglie si riunivano all’interno delle proprie cascine per il pranzo. E’ solo a partire dagli anni ‘60 che a S. Bernardo i festeggiamenti si protraggono fino a sera bevendo vin brulé attorno al ‘carneveè’.
Oggi uno staff professionale e organizzato è impegnato nella preparazione di prelibati piatti tipici come quello del torello allo spiedo la cui cottura, divenuta un vero e proprio rito, si protrae lungo l’arco di un giorno e una notte, o la polenta taragna cucinata con farina, formaggi e burro locali, oppure ancora le carni e le verdure alla piota. Il sabato sera il programma di intrattenimento prevede la presenza di gruppi musicali che consentono di scatenarsi nelle danze illuminati dalle luci ‘psichedeliche’ del falò.
La domenica mattina è dedicata alla gara ciclistica con partenza da Gordona e arrivo alla chiesa di Bodengo. Dopo la funzione religiosa che celebra la solennità del Santo Patrono si torna a imbandire le tavole. Il pomeriggio offre passeggiate in un lento andirivieni lungo la via dei crotti, contestualmente ha luogo la premiazione della gara ciclistica.
Una vasta area in prossimità dei crotti è divenuta nel tempo spazio ricreativo per eccellenza sia per i villeggianti che per i visitatori occasionali. “Tra le ottanta località di crotti esistenti in Valchiavenna, quelli di Bodengo, posti a più di 1000 mt sul livello del mare, sono i più alti come quota e costituiscono anche uno dei nuclei caratteristici per quanto riguarda il loro inserimento nell’ambiente naturale, raggruppati come sono sulla sponda destra del torrente Boggia, come bianchi vecchietti in processione. ”
(Bruno De Agostini, “Val Bodengo un po’ di storia”).
L’originaria destinazione del crotto in alpeggio, adibito alla conservazione dei derivati del latte, degli insaccati e della poca carne macellata sul posto, negli ultimi decenni subisce delle modifiche; con l’avvento della teleferica (costruita in funzione degli impianti idroelettrici) prima e della strada carrozzabile poi (con libera circolazione durante la festa) che resero possibile il ‘carico d’alpe’ di beni e prodotti di ogni genere, anche il vino fa il suo ingresso nei crotti dei borghi di valle che diventano così luogo per incontrarsi e ‘bef un bot’.
Da alcuni anni la tradizione si è consolidata con questo appuntamento grazie alla volontà di chi, ripercorrendo la strada della memoria ha voluto ridare un’opportunità per un ritrovo conviviale sull’esempio dei vecchi e dei tempi in cui la vita rurale era scandita dal ritmo delle stagioni; la transumanza estiva gremiva i piccoli borghi della vallata, e la sera dopo il faticoso lavoro la gente si ritrovava nelle ‘curt’ o attorno al fuoco a raccontare storie di diavoli e streghe, a organizzare la vita dell’alpe e a intonare nostalgici canti popolari con i temi ricorrenti del corteggiamento, dell’emigrazione e della guerra. Con l’alluvione del settembre 1983 la Valbodengo subì molti danni: tra questi la distruzione dei bei ponti in pietra e l’esondazione della zona dei crotti di Bodengo al punto di compromettere la stabilità dei “preziosi” fabbricati.
Grazie alla lungimiranza dell’allora presidente del Consorzio Valle Bodengo il ripristino della zona fu pensato e realizzato con una duplice funzione: quella di ristabilire le condizioni di sicurezza e di destinare l’area “recuperata” per attività comunitarie, tra queste
la festa di San Bernardo e il “Crot de Tucc” così come testimonia il documento sottoscritto in occasione della sua inaugurazione avvenuta il 18 agosto 1990. Oggi l’area è frequentata dai bambini che si ritrovano a giocare nel parco giochi attrezzato con i proventi della festa e dai ragazzi che si incontrano per disputare incontri di pallavolo o di calcio, o dai viandanti che possono sostare liberamente; inoltre l’area è dotata di due ampi parcheggi rispettosamente inseriti nel panorama naturale.
Lungo il Boggia in direzione Alpe Corte Terza gli amanti dell’avventura piantano le tende in un apposito spazio dedicato al campeggio.
Racconto a cura di Giacomo Gandini
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a cura di Paolo Rotticci
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Relativamente agli aiuti di Stato e aiuti de Minimis, si rimanda a quanto contenuto nel
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