Chiavenna

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Da lunedì a venerdì: 9:00-12:40 e 14:00-18:00
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Madesimo

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Montagna in nero

Terre alte, terre oscure: negli ultimi anni, la montagna si è dimostrata capace non solo di sedurre e attirare turisti e viaggiatori, ma anche di trasformarsi nel set di moltissime storie “oscure”, dal giallo al thriller, dal noir alle serie investigative. Protagonisti amatissimi - sulla carta e sul piccolo schermo - come Rocco Schiavone, Teresa Battaglia, Nanni Settembrini e molti altri ancora si muovono sullo sfondo di cime maestose e vallate dove si alternano sole e nebbie, investigando delitti e cercando colpevoli da assicurare alla giustizia.

Proprio a “Storie di terre alt(r)e” è dedicata la rassegna letteraria e culturale, giunta al suo secondo anno, in programma a Madesimo e a cura di Gabriela Jacomella, con l’organizzazione del Consorzio Turistico di Madesimo con il Comune e gli Associati e in collaborazione con la Provincia di Sondrio, il BIM e la società A2A. Molti gli ospiti intervenuti durante l’estate, con sale piene e un pubblico molto partecipe ad accogliere relatori del calibro del presidente della Società Meteorologica Italiana Luca Mercalli, o dello scrittore Andrea Vitali con la regista Paola Nessi. L’ultimo appuntamento, previsto per il 7 dicembre, sarà dedicato alle “Storie del Pianeta Terra” e vedrà il glaciologo Riccardo Scotti dialogare con Alfonso Lucifredi, naturalista e giornalista scientifico.
 
A Montespluga, le prime nevi autunnali dipingono il paesaggio con delicate sfumature, creando un suggestivo incontro tra i colori caldi dell’autunno e il bianco brillante dell´inverno. Questo scenario unico offre un’occasione speciale per chi sa apprezzare i sottili contrasti e i piccoli dettagli che rivelano l´armonia tra le due stagioni.
 
Sul palco della rassegna è intervenuta anche Livia Sambrotta, autrice del thriller psicologico “Cristallo" (SEM), ambientato nelle Dolomiti bellunesi - una zona in cui ha passato gli anni dell’adolescenza, e che ha saputo descrivere in pagine di grande fascino e suspense. Le abbiamo chiesto di raccontarci da dove nasca la fascinazione per questa “montagna in nero”.

"La montagna è un’ambientazione forte, che diventa quasi in modo naturale una protagonista a tutti gli effetti della narrazione. Non è solo un contesto all’interno del quale si sviluppa una storia. E quando un’ambientazione ha questa importanza, e di fatto influenza le scelte dei personaggi, ha un potere che la trasforma in personaggio essa stessa.
La montagna è da una parte la luce, soprattutto quando è montagna estiva, piena di vitalità. Però attenzione, perché la luce ci mette molto più a nudo; se il buio nasconde, lei ci rivela per quello che siamo, e questo forse è proprio quello di cui hanno paura i personaggi del mio libro, in cui la luce non ha solo una connotazione positiva ma può diventare un’arma. E poi c’è la montagna del buio, la montagna dei boschi, dell’impenetrabilità, qualcosa che ci confonde, in cui ci perdiamo. La montagna cambia nel giro di pochissime ore, e credo che per questo sia quasi un archetipo, motivo per cui in tanti autori le si sono avvicinati. Come archetipo in sé contiene la narrazione del cammino, e il cammino solitamente trasforma, è un racconto di formazione; questo aiuta gli autori a regalare ai loro personaggi un arco narrativo di sviluppo e crescita. E poi c’è il moto ascensionale: sulla montagna bisogna salire e anche questa è una metafora dell’animo umano, il volersi confrontare con se stessi e poi magari crescere e svilupparsi. Per tutti questi motivi, in Italia siamo riusciti a rendere la montagna un’ambientazione adatta alla nostra letteratura, al nostro cinema e alla nostra serialità - un po’ come hanno fatto gli americani con la loro provincia, che magari aveva grandi spazi ma di fatto non aveva una storia, ed è poi diventata metafora di un’epica umana (pensiamo al western, al racconto di frontiera) perché in quella grande e smisurata solitudine i personaggi potevano confrontarsi con quello che erano realmente. Qui non abbiamo questi grandi spazi come hanno avuto gli americani; ma è la riscoperta della montagna, con le sue storie e i suoi racconti in alta quota, che ci aiuta a scavare nella nostra psiche, ad esplorare le ‘terre altre’ del nostro inconscio”.






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