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Il fonte racconta

A cura di Guido Scaramellini - Foto di Enrico Caprio e InfoPiuro
 
Il fonte battesimale di San Lorenzo rivela interessanti dettagli sugli usi e i costumi di chi abitava la città nell’epoca romanica.
 
Per chi ha interessi storico-artistici il fonte battesimale di Chiavenna, annesso alla collegiata di San Lorenzo, è un punto di riferimento importante per il romanico italiano. Se ne conosce anche la data precisa: il mese di marzo del 1156, perché è inciso sul collare dell’ampia vasca circolare. All’esterno è ornata da tredici persone scolpite a mezzorilievo nella tenera pietra ollare, presente in valle. Vi è rappresentata la cerimonia di benedizione dell’acqua battesimale al sabato santo, che nel 1156 cadde il 14 aprile. Le figure del clero e dei laici sono accompagnate da una triade di rappresentanti della società di Chiavenna e Piuro, allora comune unico: il nobile a cavallo, il borghigiano che spunta da una torretta del castello e l’artigiano-mercante rappresentato da un fabbro che batte il ferro.

La scelta delle figure e la loro acconciatura offre qualche informazione sulla situazione sociale di allora. Otto le persone del clero: alle spalle dell’arciprete officiante, al quale l’accolito regge il libro, sono i chierici con la croce processionale, con il candeliere, con il turibolo per l’incenso e altri due con le sacche degli oli santi. I paramenti li ricoprono fino ai piedi, mentre la loro acconciatura presenta sempre i capelli lunghi secondo la moda del tempo: a boccole o a caschetto, alcuni con la barba. Per i laici l’abito è una specie di grembiule alle ginocchia e mostrano anch’essi i capelli lunghi o a boccole, come il battezzando, o a coda annodati come il fabbro. Era quindi composta solo da queste tre classi la società di allora? No, certo, perché manca la maggior parte della popolazione che, non pagando le tasse, non partecipava alla vita del Comune che finanziò il fonte. Ed erano gli appartenenti a queste tre classi ad abitare le case del centro storico, le quali dovevano avere una disposizione simile all’attuale, ma costruite con un piano in legno sopra una base in muratura. Agli altri erano destinate le aree agricole periferiche, come i Raschi, i Roi, Capiòla e frazioni.


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